Maestro come si fanno i bambini?
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“Maestro come fanno le,mamme a fare i bambini?” ieri questa domanda è scaturita spontaneamente dalla curiositá di alcuni dei nostri bambini mentre chiacchieravano nell’intervallo.
Le domande importanti arrivano quando meno te le aspetti, anche in un pomeriggio di marzo di prima elementare.
Alle domande importanti si risponde con serietá, delicatezza , senza tirarsi indietro .
C’è una bellissima canzone di Marie che parla di questo (il ne faut jamais sourire d’un enfant https://m.youtube.com/watch?v=c_H1wYNwz2E)

“vedete bimbi, fare un bambino è creare il futuro, dare un corpo all’amore di mamma e papá, è la cosa piú importante e complicata, per cui , la Natura (che non sbaglia mai)ha fatto sí che per fare un bambino ci voglia l’impegno e la saggezza e l’amore di due persone.
Uno non è sufficiente.
Dentro di noi, tutte le nostre cellule contengono le informazioni che dicono come siamo fatti, in 2 copie: per essere sicuri che quando ci facciamo male , la riparazione sia proprio giusta.
Fare un bambino peró è molto piú complicato , cosí nel corpo dei maschietti e delle bimbe ci sono alcune cellule speciali che hanno solo 1 dei libroni delle istruzioni .

Cosí il papá regala alla mamma una delle sue preziosissime cellule speciali che va da una di quelle speciali della mamma.
I due libroni si avvicinano e condividono le loro informazioni e decidono se il nuovo bambino dovrá avere gli occhi del papá e il sorriso della mamma , il nasino della mamma e il colore dei capelli di papá.
Ognuno di noi è cosí un capolavoro: il meglio di papá e di mamma, fatto di accordo e condivisione”

Ovviamente una buona parte del pomeriggio è stata dedicata alla trattazione di questa preziosa occasione di approfondimento.
La realizzazione di un lavoro sulla Giornata delle Donne, è cosi stato fatto a metá e proseguiremo oggi.

Cosî alle famiglie non è giunto il“lavoretto” in tempo per la scadenza , ma credo che anche la discussione sulla riproduzione possa essere considerabile attinente alla sfera della femminilitá ed affettivitá.

Inoltre penso che l’8 marzo si debba festeggiare tutto l’anno e promuova riflessioni preziose e che necessitino la giusta profonditá di trattazione.
Ho preferito non forzare i tempi, dare risposte esurienti, soddisfare curiositá, procedere con la realizzazione degli oggettini con calma .

Noi non produciamo oggettistica per sorprendere assecondando rigidamente il calendario: i nostri “lavoretti” sono elaborati grafico pkastici che sintetizzano un percorso didattico, non oggettistica da scaffale stereotipata e poco significativa . Bruttini , forse, a volte , ma sempre frutto di un percorso di conoscenza> apprendimento>comprensione.

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