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Noi pensiamo che le parole che ha scritto Vittorio Arrigoni siano interessanti e anche tristi.

Secondo noi i palestinesi vengono trattati come schiavi e a volte vengono anche uccisi!!!

Quando si sparano le bombe può capitare che sbagliano la mira e qindi colpiscono persone sbagliate.

Quando vogliono uccidere una persona gli uccidono anche la famiglia!!!

Alcune persone si sporcano di sangue fingendo di essere morti per non essere uccisi dagli israeliani.

I bambini nascono e crescono in mezzo alla violenza e da grandi potrebbero diventare a loro volta violenti.

Se una persona palestinese ha una malattia o è ferita dovrebbe andare all’ospedale ma i posti di blocco israeliani spesso glielo impediscono.

Gli abitanti di israele non fanno arrivare il cibo ai palestinesi e per questo muoiono di fame.

Alla fine di questo argomento noi pensiamo che i palestinesi hanno diritto al cibo,a essere trattati bene e a non essere uccisi per cose ingiuste!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

AUTRICI:  Stella e Francesca

2 comments

  1. Ho incontrato la mamma di Vittorio

    Non credo riuscirò a spiegare pienamente quello che oggi ho vissuto.
    A ripensarlo, a distanza di poche ore, sembra sia durato un’eternità.
    Come essere trasportati per un evento magico in un “non luogo e non spazio” dove permane solo ciò che conta veramente : il senso della vita, il suo significato più profondo, il rispetto di ogni essere vivente.

    E’ stato “il regno delle cose non accadute”, meraviglioso racconto di Rosa Tiziana Bruno, che improvvisamente si è concretizzato davanti ai miei occhi. Non me ne sono accorta subito. D’altronde ho avuto la vista offuscata per tutta la mattina dato che gli occhi mi si sono riempiti di lacrime fin dall’inizio, quando ho visto Egidia sulle scale di Casa Lenori ad Assisi. Un tuffo al cuore. Finalmente potevo abbracciarla. E questo è quello che ho fatto, presentandomi a lei:” sono Sabina, di Foligno”. Un sorriso dolcissimo e poche parole:”Ah! Sì, lo so…” .

    Non immaginavo dunque di scoprire stasera, dopo lunghe ore di “silenzio” dentro di me , che oggi mi è stato dato un dono speciale: sono entrata nel regno delle cose non accadute e mi sono resa conto che questo esiste veramente, non solo dentro di noi ma anche fuori di noi. Esiste anche qui. In questo tempo così terribile e crudele, in questo mondo folle che uccide, violenta, prevarica i più deboli e gli indifesi. Esiste nonostante il “potere” dei soldi, della sopraffazione, dell’indifferenza. E non è solamente quello che descrive Rosa Tiziana con le sue bellissime parole che mi permetto di trascrivere: “il regno delle cose non accadute è il regno delle cose solo immaginate, quelle che ti sei augurato che accadessero. Intensamente, di continuo, per mesi e anni o anche per ore. Sappi che è un regno potente perché prende vita dalla tenacia del desiderio e dell’immaginazione. E’ fatto di preghiere ascoltate ed esaudite, sforzi ripagati, gesti puntuali, parole dette, frasi giuste, occasioni sfruttate, errori cancellabili, coraggio trovato, rancori dissolti, promesse mantenute, limiti scavalcati, amici ritrovati, risposte arrivate, fortune, giustizie, dolori estinti, baci, bacchette magiche, pace nel mondo, miracoli e via col vento. Il mio regno è tutto qui, in quel sentire fedele e ostinato. Qui, nel punto in cui il desiderio immagina e vive. Il regno delle cose non accadute è invisibile. Tanto invisibile da sembrare inesistente. Ma è uno spazio immenso. Sono galassie e costellazioni, pianeti e soli, regioni e continenti. Città e stagioni.

    ……Il regno delle cose non accadute custodisce il segreto più profondo di tutto ciò che è. Le cose che accadono sono soltanto cronologia, diari di bordo, rubriche. La vita è dentro. E’ lì che accade veramente….”

    No, non è solo questo. Perché io oggi non solo ho sentito che mi chiamava ( e qualcuno potrebbe dire che sia stata la mia voce interiore, il mio “dentro” a parlarmi) ma l’ho visto… l’ho visto veramente, negli sguardi di chi mi era vicino, l’ho pure toccato. l’ho toccato nell’abbraccio che ci siamo scambiate con Egidia, l’ho ascoltato…nella voce di Vittorio che ha risuonato , come un cembalo, dentro ognuno di noi.
    Questo mondo dove le preghiere sono ascoltate ed esaudite, dove il coraggio è trovato, le promesse sono mantenute e i limiti scavalcati è il mondo che Vittorio ha iniziato a costruire. E’ il mondo che mamma Egidia continua a costruire in Suo nome. E’ il mondo che tutti dovremmo sognare, volere, pretendere.

    Per parlare di un figlio andato lontano ci vuole una forza e una grandezza d’animo così immensa da poter accogliere tutto il dolore che ogni volta si rinnova. Ci vuole una dolcezza particolare permeata di tenerezza che possa lenire le ferite. Servono mani grandi, dove posare il cuore e capacità di resistere al silenzio assordante a cui devi fare spazio, dentro di te, per continuare a trovare le parole giuste, rispondere alle domande, condividere qualcosa, o meglio, Qualcuno, che è molto molto di più della tua stessa vita.

    Egidia ha tutto questo ed anche di più.

    Commovente la sua riservatezza, quel fare schivo ma aperto, pronto ad accogliere, a dare, a “darsi”, nel vero senso della parola “dare se stessa”, con tutto quello che comporta di fatica, commozione, dolore. Commovente quel suo sorriso a difesa del suo mondo interiore e quel suo ricordare Vittorio parlando anche di Alessandra.

    Ho visto una foto bellissima: loro tre nel giardino, in un’esplosione di rossi e di gialli. Un giorno di autunno, di tanti anni fa, quando la vita era ancora un libro da sfogliare.
    Ma anche oggi ci sono tante pagine da leggere, scrivere, vivere …così come ha detto mamma Egidia: la vita di Vik non è finita. E’ dentro ognuno di noi e lo sarà anche per quelli che verranno, per tutti i “vincitori” che non vogliono bandiere, che non credono alla guerra, che restano e resteranno umani.

    Un grazie dal più profondo del cuore e un augurio di pace a tutti.
    Ma più che altro auguro a chi non vede, non capisce, non sente quanto dolore sta creando nel mondo… di aprire gli occhi, la mente, le orecchie ma soprattutto il cuore così da tornare su i suoi passi e scegliere. scegliere la vita.
    sabina

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