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Venerdì 19 ottobre la maestra Lina ed io abbiamo raccontato la storia di Antigone ai nostri piccoli di prima elementare, per prepararli alla Serata della Pace e della nonviolenza  che organizziamo ad Asti il 9 novembre.
I piccoli della 1C condivideranno i loro primi pensieri scaturiti dal lavoro fatto in classe sul tema della giustizia e della pace, mentre  i ragazzi di prima media  reciteranno l’Antigone e interpreteranno canti di guerra e pace di De Andrè e leggeranno i loro testi creativi sul tema.
Un progetto continuità attivato in maniera autonoma e spontanea tra gli insegnanti Gavazza, Margarino, Serra e Tosetto della scuola media Martiri della Libertà e noi, maestra Lina e maestro Giampiero della 1C della scuola Rio Crosio di Asti.

Torniamo a venerdì… alla fine della storia il re Creonte si pente per aver imprigionato Antigone solo perchè lei aveva rifiutato di obbedire alla crudele ed ingiusta legge che vietava di seppellire il corpo dei nemici considerati traditori. 
Per Antigone  nella morte non ci sono amici o nemici, ci sono leggi ingiuste alle guali è giusto disobbedire.

Creonte  pentito cerca allora di rimediare: PRIMA va a seppellire il corpo di Polinice con tutti gli onori di un funerale di stato, sontuoso e ufficiale, POI va a liberare la piccola Antigone , ma la trova ormai morta… Non c’è vita senza Libertà!!

Bè. 
Elena A. 5 anni e mezzo, al termine commenta…. “non poteva il re, preoccuparsi prima dei vivi, e andare a liberare subito Antigone? 
Poi poteva andare a occuparsi di Polinice, tanto era morto. I vivi sono più importanti dei morti “

Da sempre è così: il potere onora come eroi con funerali di stato i magistrati antimafia massacrati da un’autobomba, ma fa difficoltà a pagare le pensioni di invalidità agli agenti della scorta rimasti feriti.

Però…  io a questa chiave di lettura in cui, anche nel pentimento, anche quando cerca di risultare umano, il POTENTE, è inadeguato a compiere azioni davvero efficaci e pietose, ci sono arrivato solo una settimana fa!

Grazie Elena!

3 comments

  1. Onorare un morto non costa nulla (e fai anche bella figura), pagare un vivo invece costa tanto, soprattutto se sai che ce l’ha con te perchè l’hai mandato incontro a una disgrazia.
    E il potente è tale perché cerca sempre di ottenere il massimo con la minima spesa.

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